domenica 6 settembre 2015

Il giardino degli aranci - Il mondo di nebbia di Ilaria Pasqua

IL GIARDINO DEGLI ARANCI - IL MONDO DI NEBBIA di ILARIA PASQUA

L'articolo di oggi è dedicato al primo capitolo della trilogia distopica "Il giardino degli aranci", scritto da Ilaria Pasqua e pubblicato in ebook da Nativi Digitali Edizioni, dal titolo "Il mondo di nebbia", come appunto il mondo in cui Aria e i suoi amici si ritrovano a vivere. Un mondo che, come la nebbia, confonde i sensi, li attenua, obnubilando le percezioni di chi si ritrova a viverci, che infatti neppure ricorda da quanto ci viva, portando a un progressivo annullamento di sé. Inizia proprio così il romanzo, con un'introduzione a questo "mondo" (una città senza nome ma che potrebbe essere una qualunque, all'apparenza, tranquilla cittadina americana, con le sue villette con giardino, le sue strade ordinate e i licei di quartiere) e sopratutto alla protagonista, Aria, che invece in questo mondo tanto bene non si trova. Eh sì, perché è l'unica (o almeno crede di esserlo!) a percepire che c'è qualcosa che non va, che tutto quel ripetersi di gesti sempre uguali, di quella vita quasi tediosa, non può essere tutto, ma deve esserci per forza qualcos'altro.

E infatti qualcosa c'è. Sarà l'incontro con l'enigmatico Will (e il ciuffo ribelle di capelli scuri, che fa da contraltare al suo collo bianco!) a dare nuova linfa a quelle che finora erano per Aria soltanto paranoie, spingendola a mettere in gioco e soprattutto in discussione se stessa, scardinando certezze date per scontato da tutti gli abitanti di quel mondo. Il romanzo inizia molto lentamente (con dei primi capitoli molto descrittivi), con la presentazione del mondo di nebbia, della protagonista e degli antagonisti, un gruppo di cinque Sacerdoti, ognuno con un mantello diverso, che, è chiaro fin dall'inizio, hanno qualcosa in mente, oltre a comandare in questo mondo. Sembra infatti che stiano cercando qualcosa...



La vita nel mondo di nebbia è scandita in modo regolare, con una particolarità. Al mattino tutti gli abitanti devono andare alle centrali a consegnare il proprio... incubo! Durante la notte, infatti, gli incubi delle persone si solidificano assumendo delle forme più o meno bizzarre. L'incubo di Aria si presenta sotto forma di procione, altri sotto forma di serpenti, anelli, uccelli o quant'altro. 

Nessuno può fabbricare incubi, è solo l'inconscio che lo fa. Siamo noi stessi, sono le nostre inquietudini, i ricordi, le esperienze che abbiamo vissuto: quelle nessuno può cancellarle, ci appartengono.

I cinque Sacerdoti si nutrono dell'energia di questi incubi che, in realtà, scandagliano alla ricerca di una misteriosa chiave. Questo Aria lo apprende grazie all'incontro/scontro con Will, il personaggio, a mio parere, più interessante del romanzo. La sua entrata in scena ma soprattutto l'inizio della sua interazione con Aria aumenta il ritmo della storia, modificando non solo gli equilibri stantii della vita nel mondo di nebbia ma anche la personalità di Aria, che diventa molto più interessata a quanto avviene realmente nella loro città, indagatrice, anche a costo di distaccarsi dalle persone con cui ha sempre (da quanto? boh) vissuto assieme, in primis il suo amico d'infanzia Henry (che ha una cotta per lei, come nelle migliori tradizioni di amicizie d'infanzia) e dalla mamma e nonna. Da lì Aria e Will iniziano a lavorare assieme sugli incubi, sulla possibilità di controllarli e anche "navigare" al loro interno, cercando di anticipare i Cinque Sacerdoti nella loro ricerca, finché nuovi particolari non emergono e la trama si complica. La struttura, e anche la bellezza, di questo romanzo è che è un crescendo, come un diesel. Dovessi azzardare un paragone direi che somiglia a un albero che, partendo da un punto unico (ossia il tronco) e scendendo in profondità (quindi addentrandoci nella storia!) si ramifica in tante radici diverse, parallele, intrecciate, vicine, dando vita quindi a una storia più complessa. E infatti, a mio parere, proprio quando queste trame aumentano anche il romanzo diventa più interessante e ricco di conflitti, rispetto all'inizio che ho trovato lentuccio. Conflitti non solo tra i "buoni" contro i "cattivi" ma anche all'interno del gruppo dei personaggi "buoni", conflitti che ho trovato molto graditi, soprattutto perché permettono di approfondire i personaggi.

Era meglio una vita eterna ma senza emozioni? Senza progressi? No di certo, la vita è bella proprio perché ha un tempo limitato.

Due parole sui personaggi, che, secondo me, sono l'elemento meglio riuscito del romanzo, seguiti dall'ambientazione e dall'originalità della "cosmogonia" che ha creato quel mondo. Aria, Will e Henry, i tre personaggi principali, presentano tratti ben definiti, in particolare la protagonista, che è un vero peperino (e ogni tanto si meriterebbe un bel ceffone!). Tra i tre, Will è quello che ho apprezzato di più, forse il più umano, tormentato al punto giusto (ma non troppo da essere frignone) e legato a doppio filo ad Aria. Anche Henry è una buona figura, forse più di contorno, ma comunque necessaria all'equilibrio della narrazione. Sui cinque sacerdoti invece non viene detto molto e, a parte il Quinto, che sembra sempre fare squadra a sé, rimangono molto nebulosi e poco caratterizzati, anche se immagino che nei romanzi successivi li rivedremo. Interessanti invece altri personaggi secondari, come la vecchia e la voce nell'ombra, che appaiono e non appaiono, rendendo il loro ruolo decisamente intrigante.

L'ambientazione pure è interessante, con questo giardino degli aranci che sembra rappresentare il fulcro del mondo, un luogo temuto persino dagli stessi Sacerdoti. Già l'idea rimanda alla freschezza, alla primavera, al sole, qualcosa forse in grado di trapassare la nebbia stessa. Chissà? Immagino che, anche nei libri successivi, il giardino tornerà ad avere il suo ruolo e a raccontare qualcosa! 

Nel complesso, un romanzo carino e gradevole che, per essere un "urban fantasy" o un "distopico" (o qualunque etichetta si voglia dare a questi romanzi molto diffusi oggigiorno), offre un'ambientazione originale e pone più l'accento sugli affetti, sui legami tra i personaggi, che non sull'azione (mancano ad esempio scene di battaglia o scontri aperti tra "buoni" e "cattivi" come solitamente accade in romanzi simili). Forse c'è qualche ingenuità nella trama, discorsi che potevano essere scorciati e refusi sparsi, ma nell'insieme l'impressione è positiva per quella che di certo è un'interessante nuova voce della narrativa fantastica italiana e da cui mi aspetto un secondo e terzo romanzo in crescendo.

Qualche info sul libro la trovate sul sito dell'autrice o in un precedente articolo su questo blog. Questa la pagina Google+ dell'autrice.


1 commento:

  1. Sono molto curiosa di leggere Ilaria, e lo farò presto iniziando proprio da questo libro. Un in bocca al lupo all'autrice, amica e collega. ;-)

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