mercoledì 16 settembre 2015

La porta tra i mondi - Artemisia Birch

LA PORTA TRA I MONDI - ARTEMISIA BIRCH

Primo capitolo della Saga di Wise, scritta dall'ottima penna di Artemisia Birch, "La porta tra i mondi" è un romanzo fantasy, che apre la collana Ecate di Panesi Edizioni, dedicata appunto alla letteratura fantastica. Ed è un'apertura in grande stile, con un romanzo che, sono certo, si distinguerà presto dall'oceano di romanzi trash e simil-fantastici che vengono sfornati ogni giorno in Italia. Perché? Per una serie di motivi, che possono riassumersi in due punti fondamentali, ossia è un romanzo scritto bene e che poggia, oltre che su una trama solida, su una reale conoscenza della letteratura fantastica, che ha permesso all'autrice di creare un mondo che, pur nella sua irrealtà, risulta veritiero e intriso di "spirito fantasy".

Proprio questo è l'aspetto che mi ha colpito fin dall'inizio, assieme alla scelta del linguaggio. Ossia, "La porta tra i mondi", proprio come il titolo, apre al lettore una porta sulle terre della Gabria e sul villaggio di Wise, in cui ignaro si addentra, scoprendone gli usi e costumi, le abitudini, i pericoli (e gli intrighi!), solleticato (a volte anche proprio travolto) dai misteriosi venti di magia e mistero che soffiano dalle Weeping Willows, e che lo fanno sprofondare in un affascinante mondo nuovo. Un mondo che, leggendo, mi ha ricordato alcuni fantasy anglosassoni, molto classici; uno su tutti "Le nebbie di Avalon", di Marion Zimmer Bradley, sia per il binomio guerrieri e magia (Camelot e Avalon) sia per il ruolo guida delle donne, matriarcali figure sacre, e la loro conoscenza delle erbe, delle pozioni guaritrici e anche degli incantesimi. Si respira, decisamente, in questo romanzo aria "di fantasy", non viene solo annusata di tanto in tanto, ma c'è, palpabile, in ogni pagina. Nei riti messi in atto dalle Muthras di Wise (che decisamente ricordano le sacerdotesse di Avalon, con la loro profonda conoscenza delle erbe e la consapevolezza del loro ruolo guida nel traghettare il loro mondo verso il futuro), nell'antica sapienza (quasi scientifica) dei Silenti e della loro Sfera, nel popolo fatato delle Weeping Willows, nel misterioso e pericoloso sigillo che blocca il varco tra i mondi e ovviamente nei nemici, ancora avvolti nell'ombra ma dotati di interessanti poteri (trasformismo, ad esempio!), che di certo daranno filo da torcere ai protagonisti.

Parlando di personaggi, un'ottima scelta narrativa è stata quella di non averne troppi, come spesso accade nelle saghe fantasy, ma di concentrare l'azione su alcune figure di rilievo, Misandra in particolare. L'associazione con la Morgana di "Le nebbie di Avalon" mi viene spontanea, non solo per l'umanità e le caratteristiche della figura (inizialmente sembra quasi non sentirsi all'altezza del ruolo), ma anche per i suoi molteplici legami affettivi e sentimentali con gli uomini. Del resto
Una Muthras può condurre a sé gli amanti che desidera, poiché in essa è celato il principio stesso della vita e della virtù. Per quanto ella si impegni nel matrimonio a far confluire su una sola persona quell'immensa forza, è comprensibile e ragionevale l'eventualità che, libera da tale vincolo, essa possa riversare il potere seguendo la luce incorrotta del suo cuore, senza che ciò possa in alcun modo risultare ingiurioso.
Uno spirito libero è quindi Misandra. Libero di amare, con onestà e rispetto. Ma anche libero di insegnare alla figlia, la piccola Moldra, ad approcciarsi alla materia magica, e a tutte le difficoltà annesse e connesse. A proposito di Moldra, di certo la piccola avrà un ruolo crescente, in virtù dell'originalità del suo potere, legato all'elemento dell'Acqua, piuttosto raro e inconsueto e, soprattutto, legato alla leggendaria Malia, la Regina Sanguemisto. Completa la triade, il Silente Arden, legato a Misandra da un forte legame affettivo. Membro della congrega dei Silenti di Wise, Arden appare però divorato da un forte tormento interiore che gli impedisce di adempiere al meglio il proprio ruolo, con il distacco necessario, anch'egli inconsapevole vittima dei giochi di potere delle forze del male. Forze che, come suggerito dal titolo, vogliono tornare dal loro mondo al nostro, varcandone la soglia e cercando un'antica vendetta. Ottimo anche, per gusto personale, che per quanto gli affetti giochino un ruolo importante ciò non scada in amoreggiamenti smielosi alla Twilight, ma i personaggi rimangono sempre focalizzati sulla loro missione, fine ultimo della loro esistenza.

Gli intrighi e le trame non mancano, sia quelle che hanno luogo a Wise e nel regno di Arras, che quelle che si svolgono invece nell'altro regno, quello di Birchen, e lungo la strada che là conduce. Con maestria, l'autrice alterna le parti dedicate ai vari personaggi, tenendo sempre i fili della narrazione e bilanciando azione e riflessione. Ampio spazio, a livello narrativo, trovano le descrizioni delle varie pratiche magiche, guaritive e mistiche messe in atto dai Silenti e dalle Muthras, soprattutto in campo erboristico, di cui l'autrice è appassionata (leggere un'intervista al riguardo). Molto istruttivo da questo punto di vista scoprire gli usi e gli abusi di tante erbe.

Una nota conclusiva la riservo al linguaggio, che ho trovato non soltanto appropriato ma anche raffinato ed elegante, decisamente adatto a un romanzo fantasy di questo tipo, classico come struttura (niente vampiri e licantropi nel cuore di una metropoli, per intenderci, bensì un regno inventato ad arte che sembra sprofondato nelle nebbie del tempo). Un linguaggio che fa ampio uso di aggettivi, pur senza appesantire il testo che, fluido, scorre come l'acqua che Moldra comanda. Già l'incipit è decisamente evocativo, strappa il lettore dai problemi della vita quotidiana e lo catapulta in una terra mitica (e mistica).
Da tempi immemori, l'uomo aveva ceduto alla tentazione di ritenersi preda indiscriminata degli eventi, rinunciando ad imporre una volontà dalle molteplici potenzialità creatrici. La folle convinzione di essere miseri individui privi di potere aveva progressivamente eroso la sacra consapevolezza, facendo cadere gli esseri umani in un gorgo di paure, senza segnare la difficile via del ritorno. In quel tempo oscuro, menti insane e potenti avevano imposto il loro dominio, rafforzando quelle assurde credenze e rendendo l'umanità schiava delle sue insicurezze.
Il fortuito incontro tra un uomo e una creatura fatata aveva riacceso una speranza ormai quasi ridotta a cenere, unendo in un'unica discendente e in un unico sangue i due immensi poteri.
In conclusione, un romanzo consigliatissimo. Il finale è ovviamente aperto, in quanto questo è il primo volume della saga, quello introduttivo, possiamo definirlo, e che pone le basi per gli scontri che stanno per nascere.

Qualche curiosità per concludere:

- Un articolo di presentazione del libro "La porta tra i mondi" sul blog "I mondi fantastici"
- Link Amazon per l'acquisto, con possibilità di leggere un estratto del romanzo
- "La porta tra i mondi" sul sito Panesi Edizioni
- Intervista all'autrice Artemisia Birch
- Artemisia Birch sarà ospite di "Panesi Edizioni... in mostra!" sabato 19 settembre alle 16.00 a Sestri Levante, presso la sede della Lega Navale. Tutte le info sull'evento qua.







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