mercoledì 25 maggio 2016

L'ora del diavolo - racconto "La guerra del Fatonero"

L'ORA DEL DIAVOLO - racconto "La guerra del Fatonero"

Sesto appuntamento con i dietro le quinte dell'antologia "L'ora del diavolo". Per chi non la conoscesse, si tratta di una raccolta di tredici racconti fantastici ispirati a leggende e tradizioni popolari della Lucchesia e delle Alpi Apuane. Sul blog ho presentato finora i primi cinque racconti; oggi tocca a "La guerra del Fatonero", un bel raccontone, non solo perché è lungo (assieme a "Le fate di pioggia" è il più lungo) ma anche perché è più complesso e strutturato, non tanti personaggi e una vera e propria battaglia tra le forze del bene e del male. Ambientato nel bosco del Fatonero (che, sembra un nome da leggenda, ma è una località delle Alpi Apuane, sopra Arni (MS), che consiglio di visitare perché è mitica, sembra davvero di essere in un bosco fatato), il racconto vede le forze del bene, che fanno capo agli streghi, Signori dei Boschi e della Natura, riunirsi per cercare di contenere l'attacco sferrato dal diavolo e dai suoi emissari.





Trama: Le Montagne della Luna si tingono di sangue. Il Concialana, un misterioso e oscuro nemico, sta terrorizzando villaggi e creature fatate, costringendo i Signori dei Boschi e della Natura a radunare tutti i loro alleati alla tavola di pietra in cima al Monte Matanna per organizzare una strategia comune. Scoperta l’identità del terribile avversario, le forze a difesa della natura dovranno unirsi, mettendo da parte sospetti e rivalità, per fronteggiare l’orda demoniaca che minaccia la stabilità di tutti i paesi. Sulle pendici del Monte Sumbra, presso il Bosco del Fatonero, si consumerà la battaglia finale.


Con l’arrivo di Cecco Mario il concilio poté cominciare.
Lencio Meo scosse la testa, sbuffando, prima di distogliere lo sguardo. Non sopportava quella palla di lardo, né sopportava il suo odore, intriso di menzogna e superbia, ed era certo che i suoi sentimenti fossero condivisi dalla maggioranza dei presenti, sebbene facessero di necessità virtù.
Sacrificio. Non era questo che gli aveva insegnato suo padre?
Trattenendo la voglia di dargli un calcio nel deretano flaccido e farlo rotolare di sotto dal Matanna, lo salutò e si mise a sedere accanto a Rinaldo, ignorando le occhiate che le fate dell’Acquapendente gli stavano lanciando. Facile per loro, che non avevano le preoccupazioni materiali che angustiavano l’animo degli uomini. A volte Lencio avrebbe voluto avere le ali, per volare via da lì, da quella terra stretta tra il mare e le montagne, esposta alla violenza delle correnti, rapida e imprevedibile, e agli oscuri segreti che dimoravano in boschi ove nessun uomo aveva messo piede. Nessun uomo, quantomeno, che fosse tornato a riferirlo.

Il racconto "La guerra del Fatonero" è stato ispirato da tante leggende lucchesi, che potete approfondire in alcuni articoli sul blog (ad esempio questo, questo e questo). Basta scorrere il menù sulla destra e scoprire le leggende di Lencio Meo, Cecco Mario, centuari, l'Avversieri, i lupi di Compignano, l'Omo Selvatico, streghi e fate. :)

Ricordo inoltre che "La guerra del Fatonero" è il racconto vincitore del contest “Tenebrae”, promosso da Isola Illyon, con Barbara Baraldi come madrina e giudice di gara. Inserito nell’antologia “Tenebrae”, realizzata da Isola Illyon, è scaricabile direttamente e gratuitamente in formato pdf, mobi o epub, per lettura su qualsiasi dispositivo. Quindi per chi volesse leggerlo gratis, può scaricare l'antologia da qua.

Buona lettura! :)


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