lunedì 6 giugno 2016

L'ora del diavolo - racconto "Il violinista del diavolo"

L'ORA DEL DIAVOLO - racconto "IL VIOLINISTA DEL DIAVOLO"

Nuovo appuntamento con i "dietro le quinte" della mia antologia "L'ora del diavolo", dedicato oggi a un racconto che vede anche il diavolo come protagonista. Ambientato nelle Apuane meridionali, tra i paesini di Terrinca e Retignano, "Il violinista del diavolo" è la storia di Sandorino, che voleva fare il violinista, lo voleva così tanto che un giorno trova per caso (per caso? o per volere di qualcun'altro?) una custodia abbandonata con dentro un violino, iniziando a suonare e non desiderando fare altro. Tanto coinvolgente e appassionata è la sua musica, che gli abitanti del paese non riescono a smettere di ballare, un'arcana malia che seduce anche gli Streghi, gli antichi Signori dei Boschi e della Natura. Sarà possibile spezzarla? E come?



"Il violinista del diavolo" è stato pubblicato originariamente sul numero 3 della rivista “Streetbook Magazine”, dell’associazione culturale “Three Faces”. La rivista è disponibile gratuitamente in vari centri culturali di Firenze oppure può essere sfogliata online su Issuu. Adesso è stato inserito, in una versione rinnovata, con qualche piccola modifica, anche nell'antologia "L'ora del diavolo", come ottavo racconto della raccolta.

Sandorino voleva fare il violinista. C’era poco che sua madre potesse dire o fare, lui proprio non sembrava ascoltarla, e più gli dava addosso più lui prendeva il violino e cominciava a strimpellare, catturando l’attenzione degli abitanti di Terrinca. Succedeva sempre così, qualunque cosa stessero facendo, tutti in quel momento si fermavano e alzavano la testa, prestando orecchio alle note del violino di Sandorino.
Erano tempi bui quelli, soprattutto nei paesini dell’Alta Versilia. Se il clima era stato inclemente, i raccolti potevano essere seccati o spazzati via, per cui i contadini dovevano sempre stare all’erta e non perdere tempo in sciocchi diletti. Motivo per cui, a breve, in paese Sandorino non fu più voluto.
«Smettila di suonare e vieni ad aiutarci nei campi!» divenne l’opinione popolare. Ma per quanto la sua povera madre provasse, pregasse e si prostrasse, il ragazzo non ne voleva sapere. Lui, a rufolare nei campi non ci voleva andare.
«Maledetto quel giorno che ti portai a Retignano» diceva sempre la donna, riferendosi a un viaggio intrapreso anni addietro verso un paese vicino, quando, durante una tempesta, erano stati costretti a trovare riparo in una grotta presso Levigliani. Una grotta da cui gli abitanti del luogo si tenevano a distanza, non soltanto perché era tenebrosa, ma perché di notte ne uscivano vampe di fuoco, urla inquietanti e tanfate di zolfo, da far credere ai più che fosse l’anticamera dell’inferno.
In questo racconto mi sono divertito a citare e a mescolare varie leggende, come appunto quelle del violinista di Terrinca, la focaccia degli streghi, gli streghi stessi e ovviamente il diavolo che ci mette sempre lo zampino. L'ambientazione è quella delle Alpi Apuane meridionali, versante versiliese.

L'antologia "L'ora del diavolo" è acquistabile su tutti gli store di libri. 

 


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