giovedì 28 aprile 2016

Nuove uscite fantasy: "La sirena meccanica" e "Pestilentia"

NUOVE USCITE FANTASY: "LA SIRENA MECCANICA" e "PESTILENTIA"

Nuove uscite per gli amanti del fantastico, due nuovi titoli, diversi l'uno dall'altro, che sicuramente attireranno gli appassionati. Il primo, "La sirena meccanica", è il nuovo lavoro di una prolifica, e molto brava, scrittrice italiana autopubblicata, ossia Giada Bafanelli, di cui ho recensito sul blog sia "Alone. Il Solitario" (qui) che "La figlia della vendetta" (qui). "Pestilentia", invece, è il nuovo lavoro di Stefano Mancini, ben noto autore dell'epica saga fantasy degli Eroi di Mhur (segnalata qua). Il libro è edito dalla nuova e rampante casa editrice Astro Edizioni, un faro di luce per l'umanità. 

Pronti per conoscere i loro lavori?

Titolo: La sirena meccanica
Autore: Giada Bafanelli
Editore: Selfpublishing
Genere: fantasy/steampunk
Formato: digitale
Pagine: 136
Prezzo: 0,99 euro
Prenotabile su Amazon qua!
In uscita il 3 maggio.

La cover è stata realizzata da Tania Paxia.

Trama: Da quel che ricorda, Nym ha sempre vissuto nelle profondità del mare, metà ragazza e metà cyborg. Ma quando la sua memoria riaffiora, inizia a farsi delle domande. L’oceano è una distesa calma e blu che conosce alla perfezione, ma cosa c’è oltre?  Quando salva un marinaio dopo il naufragio di un’aeronave, il desiderio di vivere in superficie si fa di giorno in giorno più forte. Ma il mondo al di là delle onde è cupo e spietato, e non c’è spazio per chi è diverso.
Ispirato alla favola “La sirenetta” di Hans Christian Andersen, “La sirena meccanica” unisce sentimenti e avventura.

L'autrice: Giada Bafanelli.
Giada Bafanelli ha ventotto anni e le sue più grandi passioni sono la musica e la narrativa, specialmente di genere fantasy. Oltre a La sirena meccanica ha pubblicato il racconto urban fantasy Alone. Il solitario, il romanzo fantasy ispirato alla mitologia norrena La figlia della vendetta e il romance contemporaneo Un altro domani.
 

***

Titolo: Pestilentia
Autore: Stefano Mancini
Editore: Astro Edizioni
Genere: fantasy
Formato: cartaceo e digitale
Prezzo: 13,90 euro (cartaceo), 2,99 (digitale)
Acquistabile su Amazon qua!
Disponibile su tutti gli store di libri e sul sito della casa editrice.

Trama: Un ragazzo in fuga da qualcosa che non doveva essere liberato. È l’inizio della fine. Quattro secoli dopo, il mondo è un ammasso purulento. Una pestilenza ha spazzato via quasi ogni forma di vita, e il gelo ha stretto nella sua morsa gli ultimi superstiti. Quando la setta eretica della Mors Atra trafuga la più potente reliquia della Chiesa di Nergal, ultimo faro contro la decadenza, padre Oberon si ribella. E convoca Eckhard, devoto cavaliere della Fratellanza. Ispirato dalla fede, questi darà vita a uno spietato inseguimento sulle tracce della ladra Shree e del suo insolito compagno di viaggio, un eretico appartenente alla razza dei gha’unt. Perché la reliquia va recuperata a ogni costo. O il suo terribile segreto trascinerà nel baratro la chiesa, condannando il mondo all’oblio.

L'autore: Stefano Mancini.
Laureato in giornalismo e iscritto all’Ordine dei professionisti dal 2005, lavora come redattore presso un’importante testata nazionale ed è direttore di “Aragorn servizi editoriali”.
Ha pubblicato l’acclamata trilogia high-fantasy composta dai romanzi Le paludi d’Athakah, Il figlio del drago e Il crepuscolo degli dei (Linee Infinite edizioni, 2013-2015).
Pagina Facebook:  https://www.facebook.com/StefanoManciniAuthor/

Buona lettura! :)


mercoledì 27 aprile 2016

Recensione "Forze ancestrali" di Andrea Zanotti

RECENSIONE "FORZE ANCESTRALI" DI ANDREA ZANOTTI

Appuntamento con una nuova recensione sul blog "i mondi fantastici". Oggi tocca a "Forze ancestrali", un romanzo epic fantasy che aspettavo da almeno un anno di leggere. Il libro è disponibile in ebook su tutti gli store per download gratuito ed è il primo capitolo della trilogia "Mondo uno", dei Mondi Infiniti dell'autore Andrea Zanotti. Molte trame rimangono, quindi, in sospeso alla fine del romanzo, in quanto proseguiranno nei libri successivi. Una premessa necessaria onde evitare che poi qualcuno in fondo dica: "ma finisce così?". Sì, del resto anche "La compagnia dell'anello" finisce così...

Di cosa parla "Forze ancestrali"?

Sinossi, dal sito di Andrea Zanotti:
I popoli credono di aver raggiunto il giusto equilibro. I Regni consolidano i propri confini, vivono in armonia, senza più bramosia di espansione. Le Città Stato prosperano grazie ai loro commerci e alle loro leggi. Eppure, il Reietto, il saggio sciamano dei Corvi della Sabbia, sa che è sufficiente una scintilla per attizzare il fuoco sopito del desiderio di conquista e sopraffazione.
Se tale innesco scaturisce da una profezia riguardante il figlio Divino del Dio del Fuoco Asul, allora l'incendio che ne deriverà sarà di proporzioni tali, e la sua furia sarà così indomita, da rischiare di rendere la terra stessa una pira immane, le cui lingue di fuoco non risparmieranno alcunché, neppure le ingiallite pagine dei Libri delle Cronache. Le turbe dei fedeli, estasiati dalla promessa di rivalsa e fomentati dai messi di Asul, i violenti Angeli di Fuoco, si stanno raccogliendo nei luoghi a lui più sacri e, abbandonate le vesti di nomadi e predoni del deserto, si fanno orda, minacciando i regni degli infedeli.
La Lega di Hoilos, composta dalle Città Stato più evolute e civilizzate, langue inerme, incapace di prendere decisioni risolute, in grado di opporsi all'irruenza e al barbaro desiderio di purificazione delle genti del deserto. I boriosi Senatori si perdono in estenuanti discorsi, vuoti ammassi di parole inconcludenti, mentre i cittadini vengono purificati dalle fiamme del Dio del Fuoco. Gli Inquisitori continuano nella loro folle opera di epurazione, accecati dalla fede nel raziocinio e incapaci di credere all'avverarsi della profezia, oramai non più tale, palesatasi, e a tutti evidente.  
Anche i Regni montuosi dell'Impero Ranovoi, vengono spazzati dalla furia primordiale delle fiamme epuratrici. Un Impero fondato sul culto della guerra e in cui non esiste città che non sia al contempo fortezza inespugnabile, eppure, anche questo, dotato di insuperabili armi e di machiavelliche tattiche di battaglia, è incapace di resistere all'orda degli accoliti orami invasati. I Ranovoi e i Cinque oscuri Signori che li governano, dovranno risvegliare i Domatori di Demoni, sobbarcandosi tutti i rischi che una tale folle decisione porta con se.
Questo è lo scenario nel quale l'inconsapevole CorvoRosso, capo di una delle innumerevoli Tribù che popolano le Terre del Vento, si trova a districarsi, nel tentativo di assolvere alla missione affidatagli dagli Spiriti: riunire le genti per affrontare Samael, il figlio del Dio del Fuoco. Quando la guerra è l'unica via percorribile non vi sono più limiti dettati dal buon senso e dalla ragione. Può cosi accadere che per disperazione, sconforto, o semplice pazzia, vengano compiuti gesti sconsiderati, vengano risvegliate forze antiche, forze ingovernabili, ma forse salvifiche, al solo fine di prevalere nella mortale disputa.
 
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Come si intuisce già dalla sinossi, "Forze ancestrali" è ambientato in una terra mitica e leggendaria, divisa in tanti regni e località diverse tra loro, ciascuna con la sua cultura e la sua organizzazione: si va dall'impero guerriero dei Ranovoi al mite popolo degli Arbox, che vive in comunione con la natura, passando per le varie città della Lega di Holios fino alla fagocitante Melasurej. Varietà di ambienti, varietà di popoli, varietà quindi di personaggi e di idee, che portano allo scontro tra forze a dir poco titaniche.

Il punto di forza dell'opera, a mio parere, sta proprio nella varietà degli ambienti e delle situazioni proposte, studiate con attenzione dall'autore, in modo da regalarci un mondo vivido, crudo ma reale, ben delineato, variegato, proprio come ti aspetti da un fantasy epico. La particolarità, che gli amanti di storia e mitologia subito riconosceranno, è che molte entità o personaggi presenti richiamano i loro corrispettivi mitologici, come possono essere i Titani, nomi ispirati alla Grecia Antica o al Vicino Oriente, sebbene ovviamente non vi siano relazioni dirette. C'è, piuttosto, una serie di omaggi e di riprese da tante mitologie e culture diverse che vengono fuse insieme. Tutta questa varietà di ambienti e situazioni determina ovviamente una varietà di personaggi, che l'autore sceglie di presentare alternando capitoli che seguono le vicende di ciascun protagonista.

Ecco allora che scendono in campo CorvoRosso, l'eroica guida dei Corvi della Sabbia, e Hristo, il sapiente cacciato perché troppo tollerante e incuriosito dalle antiche divinità, e poi il diabolico Duce dei Ranovoi, gli astuti e infingardi senatori della Lega di Holios, e infine gli Angeli di Fuoco. La prima delle tante forze ancestrali, e altamente distruttive, che marciano sulle Terre del Vento per portare rovina e devastazione. Ma attenzione, se pensate che vi sia solo un nemico (il cattivo, come nel fantasy classico alla Tolkien), vi sbagliate, in quanto di nemici ce ne sono molteplici, anzi la distinzione tra buono e cattivo non è affatto netta in quanto ciascun personaggio combatte fondamentalmente per sé, e per le sue idee.

La ricchezza e la varietà di questo mondo può spaventare il lettore non troppo avvezzo a libri di questa portata (del resto si tratta di un volume di oltre 400 pagine, che oggettivamente è lungo), causandogli probabilmente confusione all'inizio. Un consiglio può essere di appuntarsi alcuni nomi cammin facendo, ma superati i primi capitoli introduttivi poi ci si accorge che i personaggi ritornano, si ripresentano e quindi diventa chiaro chi sono e cosa fanno. 

Un altro punto di forza, per gli amanti del genere, è lo stile epicheggiante dell'autore, che fa ampio uso di aggettivi, avverbi e altri termini per identificare e connotare i vari personaggi e le varie situazioni. A qualcuno può risultare sovrabbondante, ma io che adoro le descrizioni pompose non posso che esserne felice. Anche se, a volte, qualche ripetizione poteva essere evitare. Concludendo, per essere un lavoro autoprodotto, "Forze Ancestrali" è una buona opera d'esordio, che fa da preludio ai libri successivi (sempre qui sul blog "I mondi fantastici" esiste un bell'articolo riepilogativo di tutta la saga dei Mondi Infiniti di Andrea Zanotti, per chi volesse approfondire); non è esente da difetti, come niente a questo mondo, tanto più le opere d'esordio degli scrittori italiani (tra essi citerei una necessaria revisione del testo per correggere refusi e errori ortografici), ma di sicuro offre una trama appassionante e stimolante, un mondo crudo, guerriero e magico di cui il lettore vuole sapere di più. 



 
 

giovedì 21 aprile 2016

Recensione "La porta tra i mondi - parte II" di Artemisia Birch

RECENSIONE "LA PORTA TRA I MONDI - PARTE II" DI ARTEMISIA BIRCH

Sul blog "i mondi fantastici" torniamo a parlare di "La porta tra i mondi", il bellissimo fantasy epico di Artemisia Birch. Per chi avesse perso le puntate precedenti (segnalazioni qui e qui, recensione qua), si tratta del primo capitolo della Saga dei Sapienti di Wise, ambientata nel meraviglioso e affascinante mondo della Gabria. Un regno che sembra uscito dalla penna di Marion Zimmer Bradley, con i suoi castelli e le sue corti, i villaggi, le foreste incantate e ovviamente tanta magia. Una magia, però, che non è un semplice "Hoketipoketi" (senza nulla togliere al nostro adorato Merlino, eh!), bensì conoscenza. Della natura e delle sue forze, delle erbe, delle piante e dei loro usi, e anche dello spirito.


Titolo: La porta tra i mondi - Parte II  
Autore: Artemisia Birch  
Editore: Panesi Edizioni  
Genere: fantasy classico 
Formato: ebook  
Prezzo: 2,99 euro
Pagine: 233  
Disponibilità: su tutti gli store. 
Su Amazon è disponibile un estratto.  
Pagina Facebook dell'autore.
 Sito casa editrice "Panesi Edizioni"

"La porta tra i mondi - parte II" completa il viaggio di Ardan, Misandra e Moldra, iniziato alla fine del libro precedente (che poi, messi insieme, costituiscono un unico volume, spezzata per dare respiro al lettore, in quanto sono due libri molto lunghi). Come ricorda l'introduzione (molto utile, soprattutto per il lettore più smemorato), molto tempo addietro nacque la Regina Sanguemisto, una potente sovrana frutto dell'amore tra una creatura fatata e un uomo, colei che ha dato origine alla stirpe di Wise, dominata dal potere delle Muthras, donne dai doni immensi e custodi dell'antico potere di conoscenza. La regina, all'epoca, ebbe i suoi problemi con alcune fate ribelli e le imprigionò nella prigione incantata di Swoon, una specie di altra dimensione separata da quella della Gabria da una porta. Purtroppo però, con il tempo e l'operato del male, il sigillo si è spezzato e adesso i nostri tre massimi sapienti (i protagonisti del romanzo) dovranno cercare di recuperarlo e impedire che i reietti dilaghino in massa nel loro mondo, portando odio, vendetta e violenza. Non voglio svelare molto, perché il bello di questi fantasy d'avventura è proprio leggerli, immergendosi in un nuovo mondo e scoprendone le meraviglie e i pericoli pagina dopo pagina! :)

Un romanzo quindi, come si evince, ricco di azione e avventura. I personaggi, infatti, non stanno mai fermi troppo a lungo, ma si spostano, in lungo e in largo, per le terre della Gabria. Come tradizione del fantasy, l'avventura si accompagna al viaggio. Un viaggio in terre nuove, finora inesplorate, e dai tratti magici, un viaggio che è anche un viaggio dentro se stessi, un viaggio di crescita e maturazione, soprattutto per la giovane Moldra, sempre più cosciente del suo ruolo, per Misandra, che deve chiarire i suoi contrastanti sentimenti, e anche per Arden, la cui mente è stata offuscata dalle oscure arti di un falso guardiano. 

"Il cielo ci ha donato il grande potere di trovare in noi stessi la risposta a ciò che più desideriamo, ma sembra che l'uomo abbia dimenticato questo immenso dono. Non ostinatevi anche voi a cercare fuori ciò che invece alberga nel vostro cuore fin dall'inizio dei tempi".

Punti di forza del romanzo, oltre all'ambientazione (ricostruita in maniera vivida, quasi reale, per dare l'idea al lettore di camminare davvero nelle magiche terre della Gabria), sono i personaggi, ben costruiti e approfonditi, figure delineate con saggezza e cura, ma anche lo stile dell'autrice. Uno stile che prima di tutto è piacevole da leggere: mai complicato, mai tortuoso bensì lineare, diretto, quasi soffuso a tratti, che si adatta alle situazioni, infatti riesce a rendere la malinconia di certi momenti, con l'aggressività di altri. Uno stile sorretto da un'ottima padronanza della lingua italiana. Sembra una considerazione banale, ma purtroppo nel mondo degli scrittori emergenti non lo è affatto.

“Ciò che il male produce raccoglierà, in ragione d’innumerevoli volte in dolore e sofferenza. Rinchiudervi nelle sottili nebbie della non-vita vi sarà di sollievo e consolazione, porgendovi la fugace illusione di essere stata rinchiusa ingiustamente per colpe non dipendenti dalla vostra volontà. Molti scelgono per ignoranza la vita che state ora per ricevere, ma ricordate: anche voi, come tutti, avete ottenuto ciò che il vostro cuore intimamente bramava: una vita sconsiderata, guidata dalla cecità di desideri avventati e imperfetti”.

In conclusione, non posso che  consigliare "La porta tra i mondi" a tutti gli appassionati di fantasy epico, un bel viaggio in un mondo fiabesco, tra magia verde e fate ribelli, battaglie e disillusioni, bene e male, e le loro sfumature. E ovviamente non vedo l'ora che Artemisia Birch ci regali un nuovo romanzo, per proseguire le vicende dei Sapienti di Wise! :)



martedì 19 aprile 2016

L'ora del diavolo - racconto "Quando il diavolo abbaia"

L'ORA DEL DIAVOLO - Racconto "Quando il diavolo abbaia"

Terzo appuntamento con i "dietro le quinte" della mia antologia "L'ora del diavolo", incentrata sulle leggende toscane. Il terzo racconto, "Quando il diavolo abbaia", è ambientato in uno dei luoghi più iconici della valle del Serchio, ovvero il Ponte della Maddalena di Borgo a Mozzano (LU), noto popolarmente come Ponte del Diavolo. Si tratta di un ponte davvero bello, sinuoso ed elegante, che attira l'attenzione di chiunque passi lungo la strada (non è raro, infatti, vedere macchine, anche di turisti, che si fermano per scattare foto, camminare lungo la maestosa arcata a dorso d'asino o rilassarsi un po' guardando il panorama, che è decisamente suggestivo). Come tanti altri luoghi della zona, anche il Ponte del Diavolo ha il suo segreto, che riguarda la sua origine.


Riporto un estratto da www.luoghimisteriosi.it: "La leggenda dice che il capo muratore che avrebbe dovuto seguirne i lavori, si trovò in difficoltà perché non sarebbe riuscito a terminarli per il giorno prefissato. Decise allora di chiedere un piccolo aiuto al Demonio che gli promise la fine del ponte in una notte in cambio dell'anima del primo passante che avrebbe oltrepassato il ponte la mattina dopo. L'uomo accettò ma fece in modo che ad attraversare il ponte fu un maiale. Il diavolo così beffato scomparve lasciando la sua opera." Un patto con il diavolo, quindi, che però finisce male per il diavolo stesso. Da buon divoratore di storie e leggende delle Apuane e della Garfagnana, so bene che non è l'unico caso di truffe subite dal diavolo stesso. Ci sono altri esempi di resistenza o addirittura di beffe ai danni del diavolo (ricordiamo Lucida Mansi che, nel racconto di apertura, tenta di raggiungere la Torre delle Ore, nel cuore di Lucca, per fermare il tempo e evitare la scadenza del contratto!), che però non sono privi di conseguenze. Infatti, scorrendo la mia antologia "L'ora del diavolo", a metà volume compare il racconto "Il mercante di sogni", in cui il diavolo stesso mette a nudo i suoi pensieri, e brama ovviamente vendetta.



Tornando al racconto "Quando il diavolo abbaia", si tratta di un racconto molto breve, di genere horror, scritto originariamente per un concorso di Alcheringa Edizioni. Infatti il racconto è presente anche nel volume "Racconti da brivido", della casa editrice Alcheringa, assieme ad altre storie dell'orrore. Questa la trama in breve.

Presso Borgo a Mozzano, nella Mediavalle del Serchio, si erge una delle più ardite e affascinanti costruzioni medievali, il Ponte della Maddalena, popolarmente detto Ponte del Diavolo a causa di una leggenda sulle sue origini. Pare infatti che il capomastro avesse stipulato un patto con il maligno per riuscire a sollevare il ponte in tempi rapidi, soddisfacendo così le richieste della Contessa Matilde. Ma il diavolo, è noto, non dà mai senza chiedere qualcosa indietro. Lo sa bene Gianni, protagonista di “Quando il diavolo abbaia”, che pensa di trovare riposo nel tranquillo borgo medievale, sulle sponde del fiume Serchio, e invece si imbatte in locandieri assenti e silenziosi, misteriosi cani che ululano a notte fonde e una processione che lo accompagnerà in una pericolosa discesa verso l’inferno.

Lo svegliò l’abbaiare di un cane. Forse di molti cani.
Non seppe dirselo, ma bastò a porre fine al suo sonno inquieto. Era venuto in quel borgo medievale per dimenticare il divorzio in atto, invece aveva trovato solo incubi e fastidi, peggio di quelli con cui Carla era solita asfissiarlo. Il primo giorno c’era stato quel barbone ubriaco che gli aveva sporcato la macchina, palpeggiandola con mani lerce e chiedendogli a gran voce di portarlo via da quel covo di matti.
Detto da te! Aveva pensato Gianni, allontanandolo dall’Audi con un calcio.
A ripensarci adesso non aveva tutti i torti.


 L'antologia "L'ora del diavolo", incentrata su leggende lucchesi, è disponibile su tutti gli store di libri e ordinabile nelle librerie rifornite da Fastbook. 


domenica 17 aprile 2016

Estratti da "Il confine dei mondi" di Ilaria Pasqua

ESTRATTI DA "IL CONFINE DEI MONDI" DI ILARIA PASQUA

In questi giorni ho letto "Il confine dei mondi" l'ultimo capitolo della trilogia distopica "Il giardino degli aranci", scritta da Ilaria Pasqua e edita da Nativi Digitali Edizioni. In attesa di pubblicare una recensione qui sul blog "I mondi fantastici", ho pensato di aggiornare la rubrica degli estratti dai libri, scegliendo qualche frase che mi è piaciuta e che reputo significativa del romanzo. Per info sul libro, vi rimando a un precedente articolo di segnalazione. Buona lettura! E buon viaggio tra i mondi con Aria, Will e Henry!

***

"Tu, Aria, credi in qualcosa?"
"Non di certo in quello in cui credi tu", disse aspramente.
"Dovresti, non c'è potere più grande".
"Non c'è ipocrisia più grande. Tu hai stretto un patto con l'Ombra, e lo sappiamo tutti e due. E l'Ombra rappresenta tutto l'opposto di ciò che veneri".
"A volte bisogna passare per strade oscure per raggiungere un obiettivo".
"Chi ti dà il diritto di considerarti il nuovo messia? Chi ti dà il diritto di giudicare gli uomini del nostro mondo?"
"Ti senti presa in causa? Io non ti giudico, non giudico nessuno. Non sono io a farlo ma lui".
Aria si ritrasse leggermente: "E tu pensi di parlare a suo nome? Questo non credi che sia presunzione?"
"Io rispecchio la sua volontà, e parlo a nome del mio popolo, è questa la mia forza".
(Un significativo scambio di battute tra Aria e Sun, il falso profeta di uno dei mondi in cui si ritrova a viaggiare).

"I tuoi uomini non sono degni più degli altri. Ognuno mente, è la natura dell'essere umano. Non ne esiste uno perfetto. Non sei perfetto nemmeno tu", disse lei.

"Le azioni che abbiamo compiuto non si cancellano".

"Non possiamo aiutare tutti, soprattutto se non ce lo permettono". Aria gli toccò la spalla con uno strano timore.
"Lo so, è che..."
"Sei un inguaribile sostenitore delle cause perse. Anche io sono una causa persa, a modo mio".
(Un momento intimo tra Aria e Henry, grandi amici da sempre)

Aria era sconvolta dall'ingenuità di Henry, pensava che ormai avesse capito che c'era qualcosa che non andava. Faceva sempre così quando le persone a primo impatto gli piacevano. Non vedeva nulla. Si comportava così anche con lei, e quante cose avrebbe potuto rinfacciarle. Però non lo faceva, mai. Lui era così, il simbolo stesso della lealtà e della fiducia. L'essenza dell'amicizia.
Quando leggeva a scuola i grandi poeti latini, le loro frasi su cos'era l'amicizia, le tornava alla mente subito Henry. Sembravano averlo conosciuto. Ma anche questo era un difetto. In quel caso lo era.
(Aria che riflette sull'amico Henry)

"Tu non sei mai stata un'egoista. E devi smettere di dirlo".
"Non è forse vero che sto facendo di tutto solo per la mia sopravvivenza? Per tornare a casa?"
"Stai facendo solo ciò che è giusto".
"Passando sopra a chiunque".
"Aria, no, ascolta!"
"No, Henry non dire altro tanto è inutile"
"Aria, basta!" disse arrabbiandosi e l'afferrò prima che sfuggisse. "Tu sei una testarda, un'ostinata, una violenta. Egoista però no. Sei giusta, tu riesci a vedere gli altri".
"Vorrei poterci credere".
"Soprattutto non sei una che si arrende. Cosa ti sta prendendo? Siamo vicini. Siamo così vicini..."
(Henry rincuora Aria sulla sua missione di salvatrice)

Finalmente riuscì a prendere il controllo e continuò a ridere per un altro motivo, per non farsi sopraffare, rideva in faccia a Eloise e a tutto quello che era certa sapesse. Rideva di Merrick, che nonostante i suoi piani era rimasto indietro, che aveva ceduto per debolezza, per riavere indietro un figlio, l'Ombra poteva anche riportare indietro i morti? Rideva del falso profeta che era fuggito da casa come un bambino capriccioso, dei Cinque che erano schiacciati da un potere talmente profondo da aver desiderato un mondo ovattato, per se stessa perché non era stata abbastanza forte e aveva ceduto alla debolezza quanto tutti loro, e la chiave che bruciava e bruciava insieme al giardino.

"Non devi sentirti in colpa perché vuoi vivere. Questo è il tuo destino, non puoi fermarti. Devi proseguire. Devi farlo anche solo per tutte le persone che ti sei lasciata alle spalle. Loro non vorrebbero vederti arrendere".

Spero di aver suscitato la vostra curiosità! Buona lettura! :)

giovedì 14 aprile 2016

L'ora del diavolo - racconto "Il guardiano degli Oceanini"

L'ORA DEL DIAVOLO - racconto "Il guardiano degli Oceanini"

Secondo aggiornamento con i "dietro le quinte" della mia antologia "L'ora del diavolo", una raccolta di racconti fantastici ispirati a leggende e tradizioni folkloristiche della Lucchesia e delle Alpi Apuane. Il primo appuntamento (che potete leggere qua) era dedicato al primo racconto, "L'ora del diavolo" per l'appunto, incentrato su Lucida Mansi. L'articolo di oggi è incentrato su "Il guardiano degli Oceanini", secondo racconto dell'antologia. Originariamente questo racconto era stato pubblicato nel volume "Racconti Toscani", edito da Historica Edizioni, 2014, e presentato per la prima volta al Pisa Book Festival 2014. Il libro è ancora in commercio (disponibile qua) ed è una raccolta di quaranta racconti scritti da autori toscani.


"Il guardiano degli Oceanini" è un racconto, assai breve in verità, narrato dal guardiano del faro di Viareggio, che ha il compito, da generazioni, di tenere d'occhio il mare. Eh sì, perché, al pari delle montagne, anche il mare nasconde i suoi segreti. Come recita l'incipit del racconto:

Ottocento anni fa nel mare di fronte all’odierna Viareggio sorgeva un’isola dalla forma allungata, sebbene nessuno ne abbia mai saputo stabilire con esattezza dimensioni e confini. Era troppo rischioso avvicinarsi, al punto che molte barche sceglievano una rotta più lunga pur di non imbattersi nei suoi abitanti. Ciononostante, per quanti sforzi un capitano potesse mettere in atto, per quanto attenta fosse la sua condotta di navigazione, non erano poche le imbarcazioni che finivano per impantanarsi nelle perigliose acque di un’isola che pareva essere ovunque. La vedevano i pisani dalla foce dell’Arno e i livornesi dal loro piccolo abitato. Non mancarono persino voci dalla Corsica su inaspettati avvistamenti di un’isola davanti alle loro coste orientali. Come potesse quella zolla di terra apparire in posti così lontani tra loro non fu mai chiarito né sarà possibile farlo adesso. Alcuni studiosi supposero che si trattasse di uno zatterone di terriccio e alghe, facilmente trasportabile dalla corrente e adatto allo sviluppo della civiltà degli Oceanini, ma niente al riguardo fu mai provato.
Quale ne fosse la composizione, gli abitanti di quell’isola rappresentarono un pericolo militare e economico per i regni del Mediterraneo. Pare che persino Augusto, Imperatore di Roma, desiderasse inviare una forza navale contro tale minaccia, venendo però dissuaso da pavidi consiglieri. Quel che di certo racconta la storia è la malvagità degli Oceanini, rei di aver portato nell’oblio tutti coloro che, per errore o curiosità, erano approdati ai loro lidi; e quei pochi che avevano fatto ritorno erano mutati nell’animo al punto da essere etichettati come pazzi o posseduti da un demone.




Un racconto che mescola storia e leggenda, la Storia con la S maiuscola (sono citati infatti Augusto e il grande imperatore Federico II di Svevia) e leggende marine tipiche non soltanto della Versilia. Molte infatti sono le storie, narrate in posti di mare, su creature acquatiche, sirene prevalentemente, che popolano i fondali abissali. A quelle storie mi sono rifatto per creare questo piccolo racconto, a metà tra il fantastico-horrorifico e la cronaca. Gli Oceanini, va detto, ricompaiono anche in un altro racconto "Il risveglio degli Oceanini", collocato a fine volume, e vengono citati in altri racconti; appartengono, di fatto, alla mitologia che sto creando relativamente alle leggende versiliesi e lucchesi e, spero, in futuro, di poterli inserire in un romanzo autonomo. Nell'attesa, vi auguro una buona lettura con l'antologia "L'ora del diavolo" (acquistabile qua).

Di quell’isola perigliosa rimasero solo alcuni scogli di fronte a Livorno, dove gli uomini eressero torri per celebrare la loro vittoria e sorvegliare le acque, temendo un ritorno degli Oceanini. Altre costruzioni vennero edificate lungo l’intera costa toscana e di una di queste sono il guardiano, come mio padre e suo padre prima di lui. Dall’alto del faro controllo il mare di Viareggio, per proteggere la mia gente dai pericoli annidati nei suoi ombrosi fondali.



Scheda libro

Titolo: L'ORA DEL DIAVOLO

Autore: Alessio Del Debbio

Casa editrice: Sensoinverso Edizioni

Genere: Antologia di racconti fantastici

Formato: cartaceo

Pagine: 130

Prezzo 15 euro

Codice ISBN: 9788867932184