lunedì 13 marzo 2017

Intervista a Francesca Noto

INTERVISTA A FRANCESCA NOTO

Oggi il blog "i mondi fantastici" ospita la mitica Francesca Noto, autrice del romanzo urban fantasy "Il segno della tempesta". Edito da Astro Edizioni, il libro segue le avventure dei due protagonisti, Sven e Lea, nelle Everglades americane, dove scopriranno il senso della loro vita. Un romanzo dal target prevalentemente giovanile e femminile, ma fruibile anche dai maschietti e dai più grandi. Sul blog è già uscita la recensione. Oggi invece parliamo con l'autrice, che ci racconta del suo approccio alla scrittura e qualche interessante dietro le quinte di "Il segno della tempesta".

Ciao Francesca,
parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?

Ciao Alessio, e grazie innanzitutto dell’ospitalità! Al momento il mio principale interesse è nella traduzione, che è anche la mia professione (sì, devo ammettere di essere fortunatissima, quanto a questo!). Quanto alle mie passioni, be’, ce ne sono diverse: posso dirti che tra queste sicuramente figurano la scrittura creativa, l’equitazione, la scherma medievale, il gioco di ruolo e la musica metal. Mi fermo qui, o non finisco più! :D

Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Quali generi, o quali tipi di storie, senti più affini (come scrittrice)?

Ho sempre scritto, fin da piccola, per raccontare le storie che mi venivano in mente la sera, prima di dormire, e che immaginavo – spesso fin nei minimi dettagli – per aiutarmi a prendere sonno. Mi dispiaceva che andassero perdute, e allora le mettevo per iscritto su vecchie agende cartacee. Poi è arrivata la macchina da scrivere abilmente sgraffignata a mio padre, e infine, nel lontano ’95, il primo computer, un mitico 486. Con “Il segno della tempesta”, l’approccio alla scrittura è un po’ cambiato. Nel frattempo lavoro come traduttrice, quindi la scrittura creativa prende una grande fetta della mia giornata, e la storia che ho raccontato inizialmente, l’avevo considerata autoconclusiva e conclusa. Invece... be’, a quanto pare ha ancora qualcosa da dirmi, e così cerco di trovare il tempo di raccontarla, adesso, per un secondo volume che vedrà la luce nel 2017. Quanto ai generi, sicuramente al momento l’urban fantasy è tra i tipi di storie che preferisco, e di cui, non a caso, scrivo. Ma un domani non mi dispiacerebbe cimentarmi in generi come il distopico e l’horror.

Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, qual è?

Adoro il fantasy in tutte le sue forme, ma anche l’horror (ultimamente ho avuto modo di approcciarmi alla traduzione di autori cult del genere come Poppy Z. Brite e Richard Laymon, ed è stato amore a prima vista) e la fantascienza, in particolare il cyberpunk. Difficile dire quale sia “il” romanzo della mia vita... alla fine, forse, sceglierei Neuromante di William Gibson.

Passiamo al tuo romanzo “Il segno della tempesta”. Come è nata l’idea di questo romanzo? Cosa volevi raccontare?

L’idea iniziale è nata dopo un viaggio in Florida nel lontano 2000. Ero rimasta molto colpita da quelle atmosfere suggestive, in particolare quelle delle Everglades, e volevo renderle in una storia. Storia che pian piano ha cominciato a prendere forma. La tematica di fondo, che poi è rimasta per tutta la costruzione del romanzo, è l’idea che ognuno di noi, in qualche modo, è speciale e ha un posto nel mondo: deve solo avere il coraggio di interrogarsi in merito e trovarlo. La prima stesura è finita nel 2006. La definitiva è di dieci anni dopo, potrai immaginare quanto è cambiato il tutto nel frattempo! Ma la base, e il messaggio che volevo comunicare, sono rimasti quelli.

C’è un personaggio a cui ti senti legata? Perché?

Di sicuro a Lea, protagonista femminile del romanzo, in quanto ci ho messo molto di me stessa nel primo periodo di stesura del romanzo. Inizialmente, il racconto era addirittura in prima persona e narrato dal suo punto di vista. Potrei dire che è un po’ una me come avrebbe reagito, alla sua età, nelle circostanze del racconto. Sono particolarmente legata, comunque, anche a Sven, il protagonista maschile: lui è nato dal mio personaggio di un gioco di ruolo, a cui, ovviamente, sono tutt’ora affezionatissima!

Dalla lettura del romanzo traspare il tuo interesse/passione per la mitologia nordica, o sbaglio?

Non sbagli assolutamente! Sono appassionata di mitologia nordica fin dall’infanzia e a quattordici anni ho letto l’Edda in prosa. Le vicende dei miti norreni mi hanno sempre affascinato moltissimo, e in effetti immagino che questo traspaia parecchio anche dal romanzo!

“Il segno della tempesta” è un romanzo autoconclusivo o legato ad altri progetti?

In realtà è stato concepito come romanzo autoconclusivo, e si può leggere tranquillamente così. La storia che sto scrivendo adesso, e che vedrà la luce alla fine del 2017, è ambientata nella stessa lore, per così dire, ma non è un vero e proprio sequel. Si può leggere sia come romanzo “stand alone”, sia come vicenda di cui “Il segno della tempesta” può essere considerato il prologo. 

In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta personale per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo te?

Credo che bisognerebbe trovare un modo per invogliare le nuove generazioni alla lettura... Magari rendendo in qualche modo “interattivi” i libri! Le prime idee già iniziano a fare capolino sul mercato, chissà che con i nuovi sviluppi della realtà virtuale non si aprano nuovi orizzonti anche per l’editoria tradizionale!

Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?

Al momento, come dicevo, sono alle prese con la scrittura di questo sequel “stand alone”, ambientato una ventina d’anni dopo le vicende de “Il segno della tempesta”. Working title: “I figli della tempesta” (sì, molto originale in effetti...). Se tutto va bene, vedrà la luce a ottobre del 2017. Dita incrociate e speriamo che mi dia tante soddisfazioni quante me ne ha date l’esordio!

Grazie per essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.

Se volete seguire Francesca Noto e "Il segno della tempesta", ecco la sua pagina Facebook.

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