lunedì 14 maggio 2018

Dietro le quinte di "L'ora del diavolo" - leggende lucchesi (3)

DIETRO LE QUINTE DI "L'ORA DEL DIAVOLO" - leggende lucchesi (3)

Continuano gli articoli dedicati alle leggende locali che mi hanno ispirato nella stesura dei racconti che compongono "L'ora del diavolo". Oggi parliamo dei "cattivi", gli antagonisti spesso alleati con il diavolo, creature difficili, pericolose, che mettono i bastoni tra le ruote ai protagonisti.

AVVERSIERI: nel mio racconto "La guerra del Fatonero" è un pirata, piuttosto strafottente, che non esita a rivolgersi al diavolo con un tono troppo confidenziale (e infatti viene subito rimesso al suo posto!). Guida le legioni del diavolo, in particolare la schiera di fantasmi pirati che un tempo con lui (o prima di lui) infestavano il Mediterraneo abbordando le navi.

Nelle leggende delle Apuane invece l'Avversieri è molto semplicemente il diavolo, uno dei nomi con cui il diavolo viene indicato. Ad esempio, sulle Apuane meridionali non è raro sentire, quando scompare qualocsa (o, peggio ancora, qualcuno): "l'avrà preso il linchetto" o "l'avrà preso il diavolo o l'avversieri". Con una veloce ricerca in rete ho scoperto che in realtà il termine è usato, per indicare il demonio, anche in altre regioni, persino nella lontana Sicilia: se ne parla ad esempio nelle Fiabe Popolari di Giuseppe Pitrè (leggibili qua); in alcuni canti popolari vicentini e ovviamente toscani.

LUPI DI COMPIGNANO: Compignano è un paesino sul versante interno del Monte Quiesa, il lato cioè che si affaccia su Nozzano e la piana di Lucca. Ci sono i lupi? Probabilmente un tempo ce ne erano e hanno ispirato la storiella (citata da Paolo Fantozzi nei suoi libri sulle leggende lucchesi) della ragazza cacciata di casa dalla madre: "Ti prendano i lupi!" le avrebbe urlato, salvo poi pentirsene amaramente quando, rientrata dal Corpus Domini, la trovò dilaniata dai lupi. 

La leggenda potrebbe essere realmente avvenuta (o forse ispirata a un fatto simile), dato che viene citata anche in alcune opere sulla storia di Lucca, ad esempio in "Guida sacra alle chiese di Lucca per tutti gli anni del Signore, nella quale si contengono le feste stabili e mobili di tutto l'anno ... con una esatta correttissima cronologia de' vescovi ed arcivescovi di questa citta" di Gabriele Grammatica (1736).

Quest'idea mi ha ispirato l'inserimento di un branco di lupi guerrieri (ma non cattivi! Come avrete notato leggendo il racconto) provenienti da Compignano. Leggenda che ho sfruttato in "La guerra del Fatonero" e nel racconto "La lupa di sangue", che non fa parte di "L'ora del diavolo", ma inserirò in una futura raccolta di racconti sul folklore toscano. Al momento potete leggerlo nell'antologia GRATUITA "Oltre i media", di Panesi Edizioni.



SERPE REGOLA: la Serpe Regola è un'orribile serpe, lunga almeno dieci metri, con il corpo largo quanto una gamba d’uomo adulto, aveva una grossa testa, dai lineamenti quasi umani, con una scaglia di vetro conficcata in fronte, come fosse un terzo occhio. In “La guerra del Fatonero” uccide, tra gli altri, il povero Rinaldo, venendo però uccisa da Lencio Meo.

Sul blog del collega scrittore Dario Arzilli c'è un interessante articolo al riguardo: il serpente regolo sarebbe nientepopodimenoche il basilisco!

GAMBA GIALLA: infine la più singolare delle leggende. Scommetto che, leggendo il racconto, tutti vi sarete chiesti (quantomeno chi abita lontano dalla Versilia) cosa fosse questa gamba gialla, forse un arto che colpisce i nemici scalciando? Eh no, è una gallina invece, una gallina molto grossa e vorace che becca insistentemente i poveri buffardelli che scappano impauriti. Occhio a non farla arrabbiare!

La gamba gialla compare nel racconto "La guerra del Fatonero", ma è anche uno degli avversari di Burlaman in "La vera storia di Burlaman" (racconto inserito nell'antologia "Tracce. Cinque passi in Versilia") e infine è citata persino da Gigi in "La guerra dei lupi".

Infine, ecco il bosco del Fatonero! Un nome che odora di leggenda! :)


BOSCO DEL FATONERO: il Fatonero è un bosco abbarbicato al monte Fiocca pieno di fascino e di mistero che si percorre sempre con piacere per dirigersi da Arni al Passo di Fiocca ed oltre. È ben visibile da lontano la sua macchia verde-scuro che cambia colore con le stagioni. L’origine del nome è da faeto-a dal latino fagetum diffuso nella toponomastica toscana dal X secolo e proprio Fatonero è il toponimo più alto nella nostra regione.


Il nome è riferito a faggio nero ed al fatto che il fitto bosco non lasciasse passare i raggi solari: da lontano il bosco appare come una macchia verde-nera. Nella fantasia popolare il bosco era abitato da folletti e dal famigerato Linchetto, dispettoso e disturbatore sia di uomini che di animali. Gli spiriti ed i folletti di notte vagavano per il bosco e danzavano tenendosi per mano e creando magici giochi di luce. Queste storie sono sopravvivenze di miti e riti dei Liguri Apuani e del loro culto degli alberi e degli spiriti tutelari delle foreste a cui si sono sovrapposti poi miti latini e germanici. Non dimentichiamo che i liguri furono sostituiti da popolazioni di origine latina che si mescolarono poi con tutte le genti che invasero a più riprese la penisola. 

Al prossimo aggiornamento con le altre leggende di "L'ora del diavolo".



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