mercoledì 4 aprile 2018

Leggende urbane: angeli e demoni


Leggende urbane: angeli e demoni

Fate attenzioni, residenti o turisti, quando camminate per Milano, perché potreste imbattervi in qualche angelo o in qualche demone, che si aggirano non visti sulle cime dei grattacieli o attorno al duomo o nel Cimitero Monumentale! E forse sareste più fortunati se incontraste uno dei demoni, magari Azazel, e ve lo faceste amico (se riuscite a batterlo al gioco! Occhio che bara!), per usare il suo magico apriporta e accompagnarlo in giro in qualche altro luogo. Sì, perché la Milano dei nostri giorni non è soltanto quella dell’Expo e del Pirellone o delle sfilate di moda, è anche una Milano oscura in cui si muovono angeli e demoni, impegnati, da tempo immemore, a farsi la guerra tra di loro, ma anche al loro interno, tra gruppi di angeli diversi. Una guerra silenziosa, di cui i giornali non parlano, ma di cui rimangono però i segni in giro (bruciature, lampi di luce e fiamma, auto incendiate, chiese prese d’assalto e distrutte, lavanderie o garage che esplodono misteriosamente, e molti altri casi inspiegabili). Questa guida potrebbe esservi d’aiuto qualora vi ritroviate, in qualche modo, coinvolti.

Come ogni materia di studio, anche gli Angeli e i Demoni hanno i loro testi sacri, e non stiamo parlando (soltanto) della Bibbia, bensì di “Quando il diavolo ti accarezza”, di Luca Tarenzi (recensito qua), e della saga “Angelize”, di Aislinn (recensita qua), che ben descrivono questa guerra tra immortali che devasta il cielo, il suolo e persino il sottosuolo di Milano. Non li conoscete? Siete sempre in tempo per rimediare, e magari per aver salva la pelle.

Tutto sta, intanto, a capire chi sono gli angeli.
Difficile definirli, andrebbero visti (e solitamente sono poco propensi a farsi vedere dagli umani, tranne quando devono ucciderli!), per percepirne l’ancestrale e infinita potenza. Di sicuro non somigliano alle rappresentazioni da cartolina con gli angioletti felici e svolazzanti, ma sono molto più guerrieri. Sono, in fondo, i messaggeri di Dio, depositari della sua Parola e decisi a farla rispettare. Sono sfolgoranti figure dai tratti nobili, ammantate di luce dorata, eteree e intangibili a vedersi, con due immense ali bianche che bruciano di un fulgore insostenibile per l’occhio umano, ma a volte assumono aspetto più umano (un aspetto bello, angelico per l’appunto, con pelle candida e magnetici occhi azzurri o verdi) e girano per le vie di Milano. Possono anche nascondersi agli occhi dei mortali con una nebbia che li rende trasparenti.

Narra di loro il Libro di Enoch, considerata “una lettura da iniziati” per quanto al giorno d’oggi sia più roba da nerd, come ricorda Lena in “Quando il diavolo ti accarezza”, facilmente scaricabile da internet. Parlano con voce melodiosa, utilizzando la Prima Lingua (nota anche ai demoni che, di fatto, sono angeli caduti), di cui sono molto gelosi al punto da conservarla segretamente; sono infatti “le parole con cui Dio ha dettato al suo Scriba le regole della Creazione”, in grado di dare vita a un cadavere semplicemente sussurrandole nel suo naso o sfondare le porte dell’Inferno o mandare in frantumi i Pilastri che reggono il cielo. Per comunicare tra loro gli Angeli utilizzano il Primo Cielo, dove nessun uomo può arrivare (soltanto i djinn, molto rari ma non estinti), “l’Etere sottile che vibra” al suono delle loro parole.

Sul palmo della mano ogni angelo ha inciso il suo sigillo, ovverosia il suo nome, ad esempio Rehel o Caethel, che permette di identificarlo. I nomi di tutti gli angeli sono infatti scritti nel Libro della Vita, “l’archivio definitivo, l’anagrafe dell’universo intero”, che si trova nel Cielo più alto, sorvegliatissimo e protetto da schiere di angeli e sigilli, ed è sia un “oggetto fisico ma anche uno stadio del suo Creatore, una prospettiva dalla quale guardare attraverso i mondi”.

Ogni angelo possiede un ruolo e un epiteto che lo qualifica e appartiene alla schiera di un angelo superiore, in una struttura fortemente gerarchica che deve essere rispettata. Ad esempio “Rehel del Coro degli Angeli, spirito di Marte, soccorritore, Angelo della Spada” è “al servizio di Hadraniel delle Dominazioni, Guardiano del Secondo Cancello, Spirito di Giove...”. È proprio l’ordine, il rispetto dell’ordine costituito, una caratteristica specifica degli angeli, che rifuggono tutto ciò che è caos, tutto ciò che rappresenta una deviazione, e quindi una ribellione alla legge del Cielo (motivo per cui Lucifero, inizialmente uno degli Angeli, poi noto come il Caduto, fu deposto, cacciato e combattuto). “Per gli angeli l’obbedienza è natura, è conformarsi per istinto a un ordine che sai senza il minimo dubbio essere incommensurabilmente più grande di te”, è obbedire a un ordine, senza metterlo in discussione, senza domandarsi se sia giusto o sbagliato, perché, in quanto tale, è sicuramente giusto (anche se significa uccidere una ragazza), invasi da una fede estrema e integralista. Gli Angeli, da questo punto di vista, sono soldati perfetti. Niente dubbio, niente libero arbitrio, soltanto cieca obbedienza.

In battaglia gli angeli impugnano il sekhem, la Potenza dell’Angelo, la spada fiammeggiante, lo scettro degli Dei, in grado di trapassare qualunque corpo o materiale e, all’occorrenza, di incidere un Sigillo nelle ossa (un Nome, nella Prima Lingua, che poi sarà scritto nel Libro della Vita) da cui entrerà il fuoco celeste. Quest’ultimo è detto anche iliaster, una luce di colore biancoazzurro, che risplende e ribolle all’interno degli angeli, dando loro forza e la possibilità di usarlo come arma o come difesa. Noto agli uomini in tanti nomi “prana, flogisto, önd, fiamma dell’Empireo, Luce Astrale, Quintessenza”, prende il nome dalla definizione datagli da Paracelso: “la sostanza di cui sono fatte le stelle”. Di fatto è “una goccia del sangue dell’Universo”. Attenzione però! Un’infusione eccessiva di iliaster potrebbe essere deleteria anche per il corpo ospitante, qualora non sia in grado di controllarlo.

Gli angeli hanno tanti nomi, ma tendono tutti a terminare in “el”. Qualche esempio? Rehel, Hadraniel, Caethel, Omael, ma anche Mikael, Uriel, Haniel, Rafael, Hesediel, Mehiel (e non dimentichiamoci Castiel!) Qualche eccezione? Dumah, Lehaia, oppure Elemiah, Vasariah o Seheia.

Il rapporto tra angeli e uomini non è così bello come molte favole ci hanno raccontato. Del resto, anche nella stessa Bibbia sono presenti descrizioni di distruzioni e devastazione portata dagli Angeli guerrieri, che bruciano città, uccidono bambini e storpiano la gente. Come ha modo di imparare Rafael in “Angelize”, gli angeli non sono stati creati per amare gli essere umani, bensì per essere loro superiori. In linea generale gli Angeli guardano gli uomini dall’alto in basso, letteralmente, disprezzando la loro natura corrotta o corruttibile, al punto che, se in una guerra contro i demoni, qualche umano dovesse rimetterci la vita sarebbe considerato un semplice incidente di percorso, un danno collaterale di cui non preoccuparsi troppo. Eppure, nonostante quest’esplicito disprezzo, gli Angeli (e quindi anche i demoni) possono diventare umani. Ciò è indicato anche nel De Principiis di Origene come un flusso bidirezionale, ovverosia angeli, demoni e altre creature possono diventare umani o questi ultimi “possono ascendere o discendere allo stesso modo”. In che modo? Semplicemente trascorrendo molto tempo tra gli umani, “portando la maschera dell’umanità un giorno dopo l’altro, finché la maschera diventa il volto”, come accade ad Azazel in “Quando il diavolo ti accarezza” (che vive da quasi due secoli sulla Terra, mangiando, parlando e ridendo con gli umani), oppure vivendo appieno l’umanità, sperimentandola nelle sue forme più intense, come succede ad Arioch, che, dopo essere evocato, riceve un gesto di pietà, ritrovandosi fin da subito coinvolto in una relazione affettiva con Lena, o anche a Uriel, in “Angelize”, che ha iniziato a porsi dubbi fino ad apprezzare il vivere tra e con gli umani, al punto da non voler tornare indietro.

Esistono anche casi di Angeli che si uniscono con donne umane e che quindi procreano dei figli, detti nephilim. La loro esistenza, in realtà, è proibita dalla legge di Metatron, poiché in passato i figli degli Angeli divennero tiranni e oppressori della razza umana, così “in Cielo si decise di spazzarli via”. C’è chi sostiene che fu quello lo scopo del Diluvio. Al di là delle storie a cui si fa riferimento, tutte concordano che gli Angeli odiano i mezzosangue, non solo perché rappresentano una deviazione dalla loro purezza originaria, ma anche perché ricordano loro il peccato che hanno commesso, e quindi di solito li uccidono. I pochi (fortunati) che sopravvivono solitamente non risvegliano mai la loro vera natura, gli altri invece, durante l’adolescenza, manifestano tratti celestiali che attirano l’attenzione del Primo Cielo.

Per fare il lavoro sporco sulla Terra, a volte gli Angeli si servono di alcuni mortali reclutati a servire la causa celeste. Questi scagnozzi, noti come rephaim, emettono fiamme e solitamente zoppicano “per non dimenticare mai più che non è grazie” alla loro forze che camminano e vivono ancora”, bensì per volere del Cielo. I rephaim vengono creati dagli Angeli, tramite infusioni di iliaster per mezzo del sekhem, come succede a Cesare.

Di recente, inoltre, sono comparsi a Milano degli uomini angelizzati, figure da non confondere con i rephaim, che comunque mantengono la coscienza umana del corpo originario. Com’è accaduto? Beh, ovviamente c’è dietro lo zampino di Lucifero, che ha insegnato agli Angeli a balzare nel corpo degli esseri umani che, a causa di un “incidente” o per averli indotti al suicidio, sono appena morti, prendendo così il loro corpo e iniziando una nuova vita nel corpo ospite (che, attenzione, può anche essere di sesso diverso, come sa bene Haniel!). Questi umani angelizzati mantengono il ricordo della vita precedente, in quanto Christian o Giacomo o Daniele, assieme alla terribile consapevolezza di non poterla più riavere, poiché è finita. Se non per loro, quantomeno per le persone con cui l’hanno condivisa. E quei pochi, come Christian/Hesediel, che tentano di recuperarla disperatamente finiscono per scontrarsi con la realtà dei fatti.

(We love Cas!)

Come se non bastasse la devastazione psicologica cui sono sottoposti, gli “angelizzati” devono guardarsi le spalle, inseguiti e perseguitati dagli Angeli superiori, guidati da Mikael, che non tollerano la loro esistenza, una deviazione rispetto all’ordine costituito, e sono decisi a eliminarli tutti. Per dirla con le parole di Haniel, “i pennuti” infuocati li considerano ibridi, “peggio che una cicca appiccicata alla suola della scarpa”. Inoltre, l’uccisione degli “angelizzati” libera una grande quantità di energia, che l’Angelo superiore, più puro, può assorbire per accrescere il proprio potere, e magari per liberarsi da qualche incantesimo che lo imprigiona, come fa Mikael.

Tra i poteri degli “angelizzati” vanno ricordati la capacità di guardare l’uno nei ricordi dell’altro e, all’occorrenza, di rimuoverli, e la possibilità di usare il fuoco celeste che alberga dentro di loro, per incendiare spranghe e farne delle specie di spade fiammeggianti, sebbene ciò costi loro molto in termini di energie e fatica.

Per quanto creature immortali e celesti, gli Angeli non sono Dio. Affatto. Sebbene alcuni abbiano tentato di esserlo. Per punirli per il peccato di superbia, Dio li ha precipitati dal cielo più alto sulla Terra, al termine della Prima Guerra che ha infiammato il cielo, e sono diventati Angeli Caduti (o demoni). Lucifero è il più noto, tra coloro che hanno abbracciato i piaceri della carne e del vivere terreno, noto come il Caduto, il Serpente, il caprone. Col tempo, Lucifero ha imparato ad apprezzare questa sua nuova condizione non dispiace affatto, apprezzando l’avere un corpo, avvertire la morbidezza della terra e della carne, il calore del sole e l’abbraccio della pioggia, ma non ha mai dimenticato il desiderio di vendetta e la brama di potere.
(Immagine trovata online)

I demoni possono essere evocati dall’Abisso, tramite un rito, accompagnato a un sacrificio di sangue, un rito che vincola il demone stesso al compimento di una missione, al raggiungimento di un obiettivo, di solito l’uccisione di un determinato soggetto. Una sensazione a cui il demone non può sottrarsi, al punto da divenire lo scopo primario della sua esistenza. Nelle reincarnazioni successive il demone mantiene frammenti delle sue esistenze passate (solitamente relative a guerre, campagne militari e strategia in battaglia), in questo o in altri mondi, al fine di non impazzire con un eccesso di informazioni.

I demoni possono comunicare tramite il Primo Cielo (come gli Angeli), sebbene preferiscano evitare, per non essere appunto individuati dai Puri, oppure possono servirsi delle ombre, in cui proiettare la loro coscienza e muoversi. Possono, infine, essere limitati nei loro movimenti tramite particolari sigilli, da applicare direttamente sul loro corpo.

Tra i demoni più noti vi sono Arioch delle Sette Tenebre e Azazel. Il primo, un tempo noto come Eriaku di Ellasar, il Principe Leone, fu addirittura richiamato dal re Nabucodonosor per sterminare tutti i maghi di Babilonia. Azazel, invece, è un demone più noto, che compare in numerosi libri, film e serie tv, addirittura nel suo attuale aspetto pare che si sia ispirato all’attore che lo interpretava in Hex. Si sa, i demoni sono vanitosi, orgogliosi di quello che sono, soprattutto lui. Vive sulla Terra da quasi duecento anni, amando viverci, amando stare e sballarsi con gli esseri umani, e possiede l’Apriporta di Iambes, un magico manufatto (un tempo appartenuto a un mago d’Egitto) in grado di aprire ogni porta e, varcandola, raggiungere un altro luogo sulla Terra.

Ma attenzione a non fidarvi troppo dei demoni! Come Arioch stesso ammette, sono falsi, mentitori e ingannatori per natura, giocano e barano perché vogliono vincere. E non tutti sono così fortunati da incontrare le loro simpatie, come Lena.

Mio articolo originariamente apparso su "Le lande incantate.

Libri di riferimento:
Quando il diavolo ti accarezza, Luca Tarenzi, Salani Editore, 2011.
Angelize, Aislinn, Fabbri Editori, 2013.
Angelize II – Lucifer, Aislinn, Fabbri Editori, 2014.

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