venerdì 20 aprile 2018

Recensione "Tra cielo e terra" di Davide Camparsi

Recensione "Tra cielo e terra" di Davide Camparsi

Bentrovati, viaggiatori di mondi fantastici! Oggi vi porto a spasso nei mondi creati da Davide Camparsi nei suoi racconti, riuniti nel volume "Tra cielo e terra". Il libro, curato dall'associazione Rill, Riflessi di Luce Lunare, appartiene alla collana Memorie del futuro, che accoglie autori che hanno ottenuto ottime posizioni al trofeo Rill.

"Tra cielo e terra" comprende dieci racconti fantastici, nel senso più ampio del termine. Si spazia infatti tra fantascienza, viaggi onirici, rielaborazioni di fiabe, qualche punta di horror e atmosfere comunque in cui il fantastico, il meraviglioso, regna sovrano. E' stata una lettura piacevole, come tutte quelle precedenti della stessa collana, sostenuta da uno stile semplice, lineare, ben curato, che a volte tende a spaziare al di là del reale, regalandoci momenti visionari, oltre il confine del sogno.

Essendo un'antologia, atmosfere e situazioni dei singoli racconti sono piuttosto varie e, come è logico che accada, ci sono racconti che mi hanno fatto impazzire e ho trovato bellissimi, e altri che mi hanno convinto meno. Per gusto personale, infatti, ho apprezzato i racconti più nudi e crudi, quelli dove la trama ha un'importanza massiccia, a discapito di quelli più onirici o visionari, che di solito non mi coinvolgono particolarmente. Parlerò di quelli che ho apprezzato.

Il volume inizia con un racconto fantastico: "L'uomo che apriva porte su altrove", dove per fantastico intendo che è una gran figata! Sono contento sia stato messo in apertura, sia perché è uno dei migliori, costruito in un crescendo di curiosità e tensione davvero notevole, sia perché, se vogliamo così interpretarlo, è la nostra porta,  il varco che ci fa entrare nell'universo creato da Davide Camparsi. Mi è piaciuto un sacco, sia nell'idea (ossia queste porte per raggiungere i tanti mondi celati attorno a noi), sia nella costruzione della storia fino al finale.

"Quando gli animali parlavano" è un bel racconto, intenso e a tratti persino commovente. All'inizio mi aspettavo qualcosa alla Orwell, invece prende una strada diversa, finendo per parlare di libertà di essere, della dignità che ogni essere umano ha di esistere. 

"Non di solo pane" è un racconto davvero spiazzante e originale. Parte da una considerazione molto semplice: cosa accadrebbe se un bel giorno Dio si presentasse sulla Terra? Non vi svelo ciò che accade, devo dire però che ho apprezzato il contrasto tra luce e ombra, tra la luce che Dio potrebbe apportare nell'animo di molti e l'ombra che invece rimane nel cuore di qualcuno. Lo trovo molto in linea con l'animo umano: forgive, but not forget.

"I loro modi" è uno dei racconti che mi piace scrivere, con queste atmosfere di tensione che poi sfociano nell'horror. Breve, ma intenso. Ugualmente ho adorato l'atmosfera sanguigna di "Rosso", un racconto ispirato alla fiaba di Cappuccetto Rosso, ma raccontato direttamente dal lupo. Adorando i lupi, non potevo che apprezzare questa storia, in particolare mi è apparsa una storia a cinque sensi, che coinvolge non solo la vista, ma anche tutti gli altri. Con i termini giusti, l'autore ci porta direttamente nella mente del lupo, anzi sembra quasi di essere noi questa creatura affamata, sanguigna, predatrice, ci sembra di respirare gli aromi del bosco e del sangue, di fiutare la preda, di tendere le orecchie al pericolo. Insomma, un racconto davvero appassionante. Piccola nota: alcune scene sono molto cruente, per cui sconsiglio la lettura ai troppo giovani o facilmente impressionabili.

"La pecora perduta" è un racconto di fantascienza. Originalissima la trovata del pastore di locuste, questo poveraccio vessato dalla ditta per cui lavora. Niente di originale anche nel futuro, direte voi? Sì, le abitudini alimentari dell'uomo cambiano, ma non la sua tendenza a voler comandare tutto e tutti. Per fortuna però che c'è anche chi conserva un po' di libero arbitrio e decide di reagire ai soprusi. Sono stato decisamente contento dal finale.

"Ramo dopo ramo" e "E' tutto così fragile" sono due racconti più lievi, con protagonisti dei ragazzi. Rispetto alle atmosfere di "Rosso" o "I loro modi", queste sono storie più delicate, quasi avvolte in una certa malinconia di fondo, quasi fossero fuori dal tempo e in tutti i tempi. Riemerge il senso di caducità che permea molti racconti dell'antologia, questo inesorabile perdersi che forse è connaturato all'esistenza stessa del genere umano. 

Nel complesso, quindi, una bella antologia per chi ama i racconti brevi, ma anche per chi è curioso e non vuol leggere sempre i soliti libri commerciali. Una bella occasione per scoprire i talenti italiani.

Ricordo gli articoli sui volumi precedenti di "Memorie dal futuro":
- Oscure regioni 1, di Luigi Musolino (qui)
- Oscure regioni 2, di Luigi Musolino (qui)
- La spada, il cuore, lo zaffiro, di Antonella Mecenero (qui)




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